Ballata del giorno sbagliato
il
nome si era strappato,
mentre a fondo
cadeva il piombo ormai fuso
della notte inversa a se stessa;
entrai nello specchio,
ma senza chiamarti,
e tu udisti i miei passi;
non
potevi vedermi
perché non mi sapevi,
sebbene avessi toccato i miei seni,
e avesti paura;
ogni
notte, nella casa della prima poesia,
ogni notte, e l’ora era sempre la stessa,
sette pugni battevano
nella stanza del camino murato:
nessuno
mi disse
che esiste anche un luogo
dove i doppi si guardano
per conoscere il punto che non li separa;
tornare nel buio
cercando il frammento,
e ascoltare il suono alle spalle –
è così, ora, che ricucio il tuo nome
