Si sente una voce in lontananza, un sussurro che pian piano si spande nell’aria.
Un eco lontano che rimbomba all’interno della mente.
Continua persistente a scavare dentro, si insinua con forza e prepotenza.
Fermo.
Riamane immobile, è bloccato.
Davanti a sé un muro, una barriera, un’armatura.
La strada è sbarrata, nulla giunge all’anima.
Assieme a lui tanti battono i pugni su quella superficie, nessuno la scalfisce.
Non rimane altro che indietreggiare.
Fuggono, escono fuori, si disperdono.
Non esistono.
Apatia.
Intanto una debole melodia danza, lieve passa.
Sotto la sua carezza l’armatura apre le sue porte, entra.
L’armatura si richiude.
Un sorriso.
Flavia Domitilla Equitani