Lo strano caso di Anna O.


Laboratorio DENTRO E FUORI - Università di Perugia, scienze della comunicazione / venerdì, Dicembre 14th, 2018

Hai mai creduto nell’inconscio?

Nell’impossibilità di vederci chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità

(Sigmund Freud, 1856-1939)

Bertha Pappenheim, meglio conosciuta come Anna O.,viene descritta nell’opera di Joseph Breuer e Sigmund Freud (“Studi sull’isteria”) come una donna molto bella, intelligente, dotata di una grande immaginazione e grande senso critico; tuttavia all’età di 21 anni cominciò ad accusare alcuni sintomi bizzarri:  allucinazioni in cui vedeva serpenti e teschi, rimaneva muta,  paralizzata, non riusciva a bere liquidi, a volte dimenticava la sua lingua madre (il tedesco) e riusciva a parlare soltanto in inglese o in francese.

In un primo momento la paziente fu presa in cura da Joseph Breuer, un esperto in materia di isteria.
Breuer cominciò a trattare la paziente con l’ipnosi, ma si rese conto che così facendo riusciva a ottenere solo racconti molto caotici. La seconda volta che la ipnotizzò, le chiese se qualcosa la disturbava; Anna O. rispose con questa frase: “Ajamáis acht nobody bella mió please lieboehn nuit”. Una frase in cinque lingue.
Da allora Breuer focalizzò il trattamento sull’ascolto.
Incoraggiava Anna O. perché parlasse e dicesse tutto quello che le veniva in mente.
I sintomi migliorarono, anche se il processo terapeutico con Anna O. ebbe molti alti e bassi. Alla fine lei si innamorò di Breuer e sviluppò una forte dipendenza da lui. Anche il medico sentiva attrazione nei confronti della ragazza, ma essendo sposato, decise di interrompere il trattamento.

Qualche tempo dopo, Freud scoprì in questi fatti il ​​fenomeno del “transfert” e il desiderio sessuale alla base dell’isteria.

Anna O. venne internata due volte e presentò diverse ricadute. Eppure, ci fu un momento in cui riuscì a tenere sotto controllo tutti i sintomi che la affliggevano. Divenne un’attivista per i diritti delle donne e dei bambini. I due psicanalisti non riuscirono mai ad avere risultati migliori con la paziente, ma molti arrivano a dire, naturalmente in modo simbolico, che furono l’isteria e Anna O. ad aver inventato la psicanalisi.

Il caso Anna O. è rappresentativo di come disturbi legati alla psiche, e quindi della parte più nascosta della nostra persona, possano fuoriuscire influenzando la vita quotidiana.

Francesco  Spatoloni

Alessio  Fiorucci

Gaia Falleri

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