Era lì, immobile, il tempo passava senza che se ne rendesse conto e guardava quell’ammasso di mattoni e cemento come se fosse stata la cosa più bella che avesse mai visto.
Esteticamente era decorata con fiori che contornavano la casa come fosse un quadro. Era di un colore che emanava armonia e tranquillità. Il fatto che si trovasse immersa nella natura la rendeva ancora più affascinante.
Si mormorava che fossero accaduti raccapriccianti e inquietanti episodi. Nessuno era mai entrato o era tornato per raccontarlo. La sua mente viaggiava e rifletteva se i racconti fossero reali.
Una leggenda narrava che ci fosse uno spirito vendicativo. Alcuni dicevano che era semplicemente una casa abbandonata. Altri dicevano che tra le mura erano stati nascosti cadaveri a causa di un massacro.
Si avvicinava lentamente ammirando la sua maestosità, i suoi passi erano tremolanti e indecisi ma si fece coraggio, appoggiò delicatamente la mano sulla maniglia, la girò e l’aprì gradualmente.
Con gli occhi spalancati, rimase lì, immobile.
Samantha Bottigli, Angelica Cappelloni